Le 3M: quando la democrazia di un popolo si tinge di rosso

Le 3M: quando la democrazia di un popolo si tinge di rosso

Matteotti, Mattei, Moro: storia di totalitarismo, politica internazionale ed intelligence, evento organizzato da L’Albero Verde della Vita – associazione socio culturale di promozione sociale – Ente del Terzo Settore – in ricordo di TRE “UOMINI” scomodi oseremmo definirli…

Il 16 marzo del 1978 una pioggia di piombo stroncava la vita dei cinque agenti della scorta e deviava per sempre il corso della storia del nostro Paese.

Via Fani, a Roma, si tinge di rosso ed un commando delle Brigate Rosse sequestra il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Un evento che arresta la crescita politica dell’Italia sino al tragico epilogo, il 9 maggio 1978, quando il cadavere dello statista sarà ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 in via Michelangelo Caetani, nel centro di Roma. 

Claudio Signorile – vicesegretario del Psi nel 1978, cinque volte ministro nei governi degli anni Ottanta, incaricato dal suo partito a seguire da vicino il sequestro di Moro e il dialogo con le altre forze politiche su un’eventuale trattativa -, riflette sulle svolte più significative dei tormentati anni Settanta, sul contesto italiano anche nei suoi riflessi sui due grandi blocchi contrapposti nella guerra fredda, sui fatti e le scelte dei partiti, dei Servizi segreti, della Curia, senza mai considerare come inevitabile il tragico esito finale che ha segnato una vera e propria rottura nel sistema politico di allora, fino a polverizzare le prospettive di un compromesso storico, potenzialmente in grado di influire anche sulle dinamiche internazionali. Nulla, dopo Moro, sarebbe stato come prima.

Bisogna cercare di capire cosa è stato lo sviluppo economico del nostro Paese, leggendo sino in fondo le sfide della crescita dell’Italia, della trasformazione tecnologica e della trasformazione economico finanziaria, della criminalità organizzata ma anche delle pressioni della cultura e delle religioni sulla vita del mondo di oggi.

Enrico Mattei nel 1945 viene nominato commissario liquidatore dell’Agip creata nel 1926 dal regime fascista ma piuttosto che riorganizzare l’azienda come da direttive governative fonda nel 1953 l’Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) che di lì a poco, sotto la sua guida divenne una multinazionale del petrolio, protagonista del miracolo economico postbellico.

Sotto la sua presidenza, l’ENI negoziò rilevanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e un importante accordo commerciale con l’Unione Sovietica. Queste iniziative contribuirono a rompere l’oligopolio delle Sette Sorelle, che allora dominavano l’industria petrolifera mondiale. Ne parleremo più nel dettaglio con l’On. Giorgio SILLI – sottosegreterio di stato al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

“L’Italia è stata una sorvegliata speciale perché in quegli anni i servizi segreti stranieri hanno seguito molto le vicende del Paese e soprattutto hanno interferito in esse” introduce il dott. Vincenzo Scotti – ex ministro della Repubblica Italiana.

Con il sequestro che trova il suo epilogo nell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, avvenuta il 10 giugno 1924 per mano di cinque sicari comincia per l’Italia la dittatura fascista. “L’omicidio Matteotti scaturisce dalla ulteriore necessità di uccidere gli uomini che le istituzioni parlamentari dell’epoca incarnavano, e quindi sarebbero stati sempre una spina nel fianco per la dittatura: rappresentando esse una via d’uscita dalla crisi in direzione del pluralismo decisionale, nel disegno mussoliniano occorreva assicurare la fine delle libertà parlamentari, eliminando un economista di respiro internazionale e un giurista di grande valore che le sapeva usare efficacemente e con sapienza, rigoroso, energico, combattivo passato alla storia con il nome di Tempesta”.

“Si avverte con forza una sete di conoscenza: quella forza di un Paese che è riuscito a diventare moderno a grandi livelli ma con un costo altissimo”. 

Matteotti, Mattei, Moro: tre UOMINI che hanno fatto la storia del nostro paese: economica, culturale, politica.

Moderatrice del convegno è la giornalista, dr.ssa Mariagrazia Mazzaraco presidente de L’Albero Verde della Vita.

La partecipazione è libera previo accreditamento entro e non oltre il 24 settembre p.v. all’indirizzo segreteria@alberoverdedellavita.org.

Si precisa che l’accesso alla sala prescrive un abbigliamento consono e per gli uomini l’obbligo di “giacca e cravatta”.

Per chi non potesse partecipare e avesse piacere a seguire in streaming basterà collegarsi al seguente link:

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